Bollino blu caldaia Roma 2021 costo quando fare rinnovo e dettagli multa

 

Il Bollino blu caldaia è obbligatorio in tutte le città di Italia, e quindi anche per i cittadini del Comune di Roma e Provincia.

 

Il bollino per la caldaia a gas o termica, non è altro che una certificazione rilasciata dagli esperti del settore riconosciuti dal Comune, che dopo aver compiuto i controlli sul nostro impianto caldaia, ovvero, dopo aver eseguito le analisi sui fumi di scarico e il corretto funzionamento, rilasciano un bollino da applicare sulla documentazione relativa all’impianto.

 

I controlli di rinnovo bollino blu, si basano come detto sull’analisi di eventuali emissione di sostanze inquinanti e di fumi, che avviene prelevando materiale di combustione e procedendo con la misurazione.

Le soglie limite dei fumi di scarico sono stabilite dalle legge.

 

Vediamo quindi il costo bollino blu caldaia 2020, ogni quanti anni va fatto, in cosa consiste la revisione e il controllo fumi caldaia.

 

Controllo caldaia ogni quanti anni? Quando va fatto il bollino blu?

Il Bollino blu caldaia è obbligatorio ai sensi del decreto legge n.192 del 19 agosto 2005, pubblicato in Gazzetta ufficiale 222 del 23 settembre 2005. In base al decreto, il bollino blu caldaie va effettuato su richiesta dei cittadini con una periodicità diversa a seconda del tipo di caldaia installata nella casa.

  • Bollino blu caldaia scadenza rinnovo ogni 4 anni: se la caldaia si trova all’esterno o è a stagna ed ha meno di 8 anni, sempre se la potenza è inferiore a 35 kw. 
  • Bollino blu caldaia scadenza rinnovo ogni 2 anni: per le caldaie più vecchie di 8 anni o se installate all’interno dell’abitazione in cui si vive.

     

  • Bolino blu caldaia scadenza revisione annuale: per gli impianti centralizzati dei condomini, caldaie non alimentate a gas, caldaie alimentate a combustibile solido o liquido, compresi legna, pellet, gpl e il gasolio.

Attualmente, però il Comunicato n. 69 del 15/2/2013 del Consiglio dei Ministri impone il controllo caldaia ogni 4 anni.

La revisione delle caldaie a gas autonome ogni 4 anni, è stata decisa con la Direttiva Europea sul rendimento energetico negli impianti termici autonomi, uniformandosi alle normative Europee sulla periodicità della scadenza per effettuare i controlli di efficienza energetica delle caldaie, D.L.g.s. 195/2005 direttiva 2002/91/CE del 16/12/02.

 

Il nuovo Regolamento ha quindi previsto:

  • Bollino blu impianti a gas metano o GPL: ogni 4 anni;
  • Bollino blu impianti termici a combustibile liquido o solido: ogni 2 anni;
  • Solo per le caldaie superiori a 100Kw, il bollino blu dovrà essere effettuato ogni anno.

Lo sai che è in vigore il nuovo bonus caldaie 2020?

 

Bollino caldaia Roma Capitale

Il bollino blu caldaia Roma bollino blu caldaia provincia di Roma, è obbligatorio per chiunque detenga una caldaia.

A tal fine, Roma Capitale, ai sensi della vigente normativa nazionale (Legge 10/91, D.P.R. 412/93 e s.m.i., D.lgs 192/05 e s.m.i.), effettua ogni anno sulla base di interventi tecnici a campione, gli accertamenti e le ispezioni necessarie per verificare l’avvenuta manutenzione degli impianti di riscaldamento e il bollino blu.

 

Tali controlli, non sostituiscono però le operazioni di manutenzione ordinaria, che vanno effettuate secondo le scadenze rinnovo bollino blu.

 

Il bollino blu caldaia Comune di Roma Capitale, può essere rilasciato solo ed esclusivamente da ditte abilitate, che hanno il compito di verificare l’impianto ed effettuare la prova di combustione e i fumi di scarico.

Dopodiché, la ditta deve inviare il modello “G” con allegata l’attestazione del versamento, il cui importo varia a seconda della potenza impegnata dell’impianto vedere tariffe bollino blu caldaia Roma 2016, e un bollino energetico composto da tre tagliandi da attaccare, rispettivamente, su ognuna delle tre copie del rapporto di controllo.

 

L’invio della dichiarazione, contenente gli elementi informativi dell’impianto termico con le annotazioni riguardanti il controllo e la manutenzione nonché i risultati delle verifiche di rendimento, in corso di validità, dovrà pervenire alla società competente.

La dichiarazione dovrà essere accompagnata dall’attestazione di avvenuto pagamento della tariffa prevista tramite bollettino CC o il pagamento del bollino energetico alla ditta privata.

Riassumendo, il proprietario della caldaia che esegue i controlli sui fumi di scarico, bollino blu caldaie, deve inviare una copia del modulo di rapporto di controllo tecnico, con allegata una copia della ricevuta di avvenuto pagamento, dovrà essere trattenuta e conservata dagli interessati e mostrata ai tecnici, nel caso di controllo, per evitare il pagamento dell’importo dell’ispezione.

 

Bollino blu caldaia 2020: costo e prezzi, quanto costa?

Quanto costa fare il bollino blu caldaia? Per eseguire l’intervento di revisione sul funzionamento della caldaia e analisi dei fumi, il costo varia a seconda del Comune, ovvero in base al fatto che la Giunta abbia previsto o meno dei bonus fiscali e quindi delle agevolazioni bollino blu caldaie.

 

Generalmente, il costo bollino blu caldaia, si aggira dalle 160 euro alle 200 euro, complessive di manutenzione ordinaria e controllo emissione fumi:

 

Costo bollino blu caldaia, revisione e manutenzione prezzo minimo prezzo massimo
Bollino blu caldaia da 30 euro fino a 70-80 euro
Revisione caldaia da 70 euro fino a 80 euro
Intervento mautenzione ordinaria + bollino blu + controllo emissioni fumi da 100 euro fino a 120 euro
intervento manutenzione straordinaria + controllo emissioni fumi da 50 euro per la sola chiamata fino a …… euro, dipende dal guasto

 

A chi rivolgersi per il rinnovo del bollino?

A chi rivolgersi per il bollino blu caldaia? A tecnici specializzati, ovvero, autorizzati dal Comune ad effettuare i controlli dello scarico fumi e gli interventi di manutenzione obbligatoria della caldaia.

 

I tecnici, pertanto a seguito della verifica, devono rilasciare all’utente la documentazione obbligatoria che attesta il corretto funzionamento dell’impianto termico a caldaia del bollino blu da apporre sul libretto di manutenzione.

 

Per informazioni sul nuovo obbligo libretto impianti: bollino climatizzatori e condizionamento.

 

Quando fare rinnovo bollino blu e la revisione della caldaia?

Come e quando fare il bollino blu caldaia e chi è obbligato? Il rinnovo bollino blu caldaia è un obbligo per tutti i proprietari di caldaie che hanno provveduto ad installare l’impianto nell’immobile o nel locale per la produzione di riscaldamento, acqua calda e uso cucina.

 

A tal proposito, il responsabile della caldaia condominiale, secondo la legge, è anche colui che usufruisce dell’impianto di riscaldamento con caldaia centralizzata e pertanto essendo il responsabile sia del proprio impianto che della corrispettiva manutenzione ordinaria, è obbligato a rispettare le scadenze di rinnovo bollino blu ed è tenuto a contribuire al costo della manutenzione/revisione.

 

Nel caso in cui l’immobile o il locale, venga invece dato in affitto o comunque risulti occupato, il responsabile dell’impianto è l’occupante anche senza titolo.

 

Il responsabile dell’impianto, dopo aver provveduto all’installazione di una nuova caldaia, deve:

  • Conservare il certificato di conformità dell’impianto;
  • Conservare il libretto impianto della nuova caldaia;
  • Far eseguire il bollino blu caldaia prima accensione con la prova di efficienza energetica, si ricorda che è obbligatorio far eseguire il bollino blu caldaia nuova dopo 4 anni dall’installazione.
  • Eseguire periodicamente il bollino blu caldaie, da parte di una ditta abilitata ai sensi dell’Art.3 del DM 37/2008 che deve rilasciare copia della dichiarazione di avvenuta manutenzione dell’impianto termico, cd. “rapporto di  controllo tecnico” modello G o F, controfirmata per presa visione dal responsabile dell’impianto.

 

Bollino blu caldaia Roma multa

Il bollino blu caldaia nella città di Roma: dopo diversi anni nella città di Roma Capitale riprendono i controlli sulle caldaie.

I controlli erano bloccati, infatti, perché non venivano erogati i bollini, ora invece la situazione si è sbloccata.

 

Bollino blu caldaia Roma i controlli riprendononel Comune di Roma Capitale, l’erogazione dei bollini blu caldaia è stato riattivato, per cui già dallo scorso novembre sono stati ripresi controlli presso le abitazioni.

 

I controlli di avvenuta manutenzione ordinaria periodica e i controlli di efficienza energetica, ovvero, se è stata rispettata la scadenza bollino blu caldaia, procedere alle ispezioni presso le utenze domestiche e non.

  • Controllo caldaia Roma Gratuita: nel caso in cui sarà pervenuto il Rapporto di controllo tecnico di cui agli allegati “F” o “G” corredato di bollino o versamento (impianti autocertificati).
  • Assistenza caldaia Roma a pagamento: nel caso di impianti per i quali non sia pervenuto con la dovuta regolarità (almeno ogni 2 anni per impianti di potenza ≥ 35 kW o almeno ogni 4 anni per impianti di potenza < 35 kW) l’autodichiarazione del responsabile dell’impianto termico. In caso di mancato invio autocertificazione bollino blu caldaie e sugli impianti con anomalie non regolarizzate entro 30 gg. dalla prima ispezione: € 84,24 + corrispettivo previsto per l’autocertificazione come da Tabella “Tariffe Ispezioni”.
  • Rimborso previsto mancata ispezione: assenza o rifiuto € 24,78 per impianti di potenza inferiore a 35 kW ed € 49,56 per impianti di potenza superiore o uguale a 35 kW.
  • I controlli sulle caldaie sono obbligatori nel Comune di Roma e prevedono per il responsabile dell’impianto che non provveda ad effettuare i controlli di efficienza energetica e la manutenzione ordinaria, bollino blu caldaia multa da un minimo di 500,00 euro fino ad un massimo di 3.000,00 euro. Altresì è prevista la stessa sanzione, per il responsabile dell’impianto che non provveda a fornire tutta la documentazione relativa alla caldaia, sia perché non è in possesso o perché non voglia mostrarla ai tecnici in caso di ispezione.

Per i bollini blu caldaia Roma novità:

Il Comune di Roma Capitale ha incaricato il Concessionario Organismo Ispezioni Impianti Termici, di accertare l’effettivo stato di esercizio e manutenzione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici presenti nel Territorio Comunale, pertanto dal 1 novembre 2018 è partita la campagna di controllo.

 

Lo specifico Rapporto di controllo di efficienza energetica, completo del relativo BOLLINO BLU, viene inviato all’Organismo incaricato esclusivamente dal manutentore che ha effettuato il controllo, e non il cittadino/utente il quale invece manterrà solo copia del rapporto che gli sarà rilasciata dal manutentore stesso (art. 8, comma 5 del D.P.R. 74/2013).

 

Obbligo di installare solo caldaie a condensazione. Addio alla vecchia caldaia a gas

A settembre del 2014 la lampadina ad incandescenza è stata definitivamente bandita dall’UE, quale ennesima vittoria postuma di Tesla sul rivale Edison. Ora tocca alla vecchia caldaia a gas: dal 26 settembre 2015 sarà possibile immettere in commercio e installare solo caldaie a condensazione ad alto rendimento, ai sensi del D.Lgs.  n. 201 del 6 novembre 007 , il quale recepisce la Direttiva Europea 2005/32/CE, soprannominata “Eco-Design“.

RISCALDAMENTO: CAMINI E STUFE A LEGNA

 

Il regolamento Ecodesign introduce una nuova etichettatura energetica sugli standard minimi di efficienza per le caldaie. In particolare, si prevede una classificazione energetica da A+ a G per gli apparecchi di riscaldamento degli ambienti e da A a G per gli apparecchi per la produzione di acqua calda sanitaria (ACS). Da qui l’obbligo di installare solo caldaie a condensazione, ovvero generatori di calore in grado di recuperare gran parte del calore latente contenuto nei fumi che, altrimenti, andrebbe disperso nel camino, così come avviene nelle caldaie tradizionali. Il calore recuperato viene ceduto all’impianto di riscaldamento, raggiungendo così un rendimento oltre il 106% contro il 92-95% della caldaia tradizionale e l’84-85% dei vecchi generatori tradizionali a gasolio. In realtà, l’efficienza superiore al 100% è il solito miraggio creato dai guru del marketing e quindi imposto dall’incompetente casta politica come se fosse l’ultimo ritrovato della scienza.

Schemi di funzionamento di due tipi di caldaia a condensazione: a camera di combustione aperta e aspirazione alla base del camino (sinistra) e a camera di combustione stagna con immissione d’aria forzata (destra). Immagine in licenza WikiCommons, autore Kalbody. Legenda: 1- Entrata del gas 2- Entrata dell’aria 3- Uscita fumi 4- Ritorno dai radiatori 5- Ai radiatori 6- Acqua condensata

In realtà, si tratta semplicemente di un gioco di prestigio con le definizioni di potere calorifico di un combustibile e di efficienza dei generatori di calore. Sappiamo che tutti i combustibili composti da carbonio e idrogeno -come gli idrocarburi in generale, ma anche legna, torba e biocarburanti- possiedono due poteri calorifici: il PCI (potere calorifico inferiore) ed il PCS (potere calorifico superiore).

  • PCI: Il potere calorifico inferiore. Il potere calorifico inferiore rappresenta il calore sprigionato dalla combustione, al netto del calore latente di condensazione dell’acqua, che si forma per la combinazione dell’idrogeno contenuto nel combustibile e l’ossigeno atmosferico, e vale 47,7 MJ/kg nel caso del gas naturale;
  • PCS: Il potere calorifico superiore. Il potere calorifico superiore rappresenta il calore lordo prodotto dalla combustione, e vale 54 MJ/kg per il gas naturale, cioè 1,13 volte il PCI.

Convenzionalmente, gli strumenti per la misura dell’efficienza della combustione effettuano il calcolo utilizzando il PCI come parametro di riferimento. Poiché le caldaie a condensazione recuperano una frazione del calore latente del vapore acqueo, il calcolo dell’efficienza riferito al PCI darà sempre un valore superiore al 100%. Poiché il PCS del gas naturale è il 13% maggiore del suo PCI, una tipica caldaia a condensazione, con il 106% di efficienza rispetto al PCI, in realtà, ha solo il 93,8% di efficienza termodinamica riferita al PCS.

I VANTAGGI DELLE CALDAIE A CONDENSAZIONE

Comunque, al di là delle convenzioni normative e delle campagne di marketing, l’obbligo di installare una caldaia a condensazione comporta due vantaggi tangibili per l’utente e la società.

Da una parte, a parità di consumo termico, si riduce dal 10% al 15% il consumo di gas naturale, e di conseguenza si riducono anche le emissioni di CO2 dello stesso valore. Dall’altro canto, ogni processo di combustione comporta sempre l’inevitabile formazione di tracce di NOx, gas con un potenziale di effetto serra di circa 290 volte maggiore di quello della CO2, e inoltre è il principale responsabile delle piogge acide, perché reagisce con il vapore acqueo prodotto dalla combustione e con l’umidità presente nell’atmosfera, producendo gli acidi nitrico e nitroso, entrambi potenti agenti corrosivi ed inquinanti. Nelle caldaie a condensazione, le emissioni di NOx al camino sono minime, perché gli acidi sono estremamente solubili e vengono evacuati assieme all’acqua di condensa. Per fortuna, le acque fognarie possiedono un’alcalinità elevata, e cioè capace di neutralizzare facilmente gli acidi, quindi non c’è da temere la corrosione delle tubazioni di scarico.

GLI ASPETTI NEGATIVI DELLA NORMATIVA

Vediamo i tre aspetti negativi della normativa in questione:

  1. Risparmio minimo per i cittadini: Il risparmio per i cittadini, misurato in soldi, non sarà molto, in quanto le principali voci di costo nella bolletta del gas sono i criptici termini fissi, che foraggiano le multinazionali degli idrocarburi, le inevitabili tasse, e l’IVA sulle tasse. Quindi si andrà a risparmiare il 15% su una frazione del costo totale di riscaldamento.
  2. Non si tende a sostituire i combustibili fossili: La direttiva Ecodesign non tende a sostituire i combustibili fossili, semplicemente definisce delle efficienze minime nel loro utilizzo. Pertanto, la sostituzione delle caldaie tradizionali con caldaie a condensazione è un passo inevitabile e necessario per lo sviluppo sostenibile, ma prolungherà ancora la dipendenza della nostra società dall’insostenibile gas naturale. Sarà dunque solo un palliativo, a meno che lo Stato italiano non cambi politica e faciliti la possibilità di produrre biometano con la FORSU e di immetterlo in rete, rimpiazzando finalmente il gas naturale con una alternativa sostenibile.
  3. La neutralizzazione di acidi nitrici e nitroso: Benché le fognature abbiano alcalinità sufficiente per neutralizzare gli acidi nitrici e nitroso contenuti nella condensa, man mano che aumenterà il numero di nuove caldaie installate aumenterà di pari passo la concentrazione di nitriti e nitrati che gli impianti di trattamento delle acque fognarie dovranno denitrificare. Non sembra che i legislatori europei abbiano debitamente valutato la conseguenza negativa dovuta alla combustione con il recupero di calore dalla condensa, e non si desume dalla Direttiva in questione nessun provvedimento che preveda i fondi e le modalità per il potenziamento della capacità di depurazione delle acque attualmente esistente.

Purtroppo, dobbiamo anche prendere atto che la vecchia caldaia, a bruciatore atmosferico di gas non sparirà del tutto, almeno nel breve-medio termine. In deroga alle nuove normative, già menzionate, le cosiddette caldaie “a camera aperta” o “a tiraggio naturale” si potranno ancora installare,  quando la sostituzione di una vecchia caldaia con una caldaia a condensazione non sia possibile per problemi legati alla canna fumaria collettiva di alcuni edifici multifamiliari. Purtroppo, nel nostro Paese sono tanti gli edifici costruiti con canne fumarie collettive in base a spiccioli criteri di economia dei “palazzinari”. Non mancherà neanche l’idraulico “furbo” che, con la scusa della canna fumaria, rifilerà ai clienti poco informati qualche vecchia caldaia comprata con “maxisconto” prima del 26 settembre, anche non sussistendo nessun problema obiettivo.

Per concludere, ricordiamo che serve a poco sostituire una vecchia caldaia con una più efficiente, se di pari passo, non si migliora la gestione del consumo considerando anche il comfort globale dell’edificio, e le abitudini degli utenti. Secondo un noto fabbricante di caldaie, la sostituzione del vecchio termostato “on/off” con i nuovi modelli “intelligenti”, capaci di modulare la potenza della caldaia a seconda di una serie di fattori interni ed esterni e dotati di  programmi capaci di “imparare” a gestire l’impianto sulla base delle abitudini ed orari dell’utente o istruzioni da esso fornite via tablet o smartphone, può comportare di per sé un’economia dell’ordine del 10% del consumo totale di gas.